Nel percorso di espansione di Bitcoin nel mondo, esso segue un modello familiare. I paesi ricchi del mondo come America del Nord, in Europa e in Asia sono stati i primi ad essere colpiti dalla febbre per Bitcoin, i primi a fare scambi e i primi a introdurre delle regolamentazioni.
Le prime negoziazioni di Bitcoin in questi paesi erano per la maggior parte illimitate, permettendo cose come il compenso di negoziazione e un’alta leva finanziaria. Ma mano a mano che i fondi monetari tradizionali di ogni paese si trasformavano in Bitcoin, i governi e le banche centrali hanno cominciato a tracciare linee guida.
Il mercato è stato recentemente testimone di un esempio di tale regolamentazione alcuni giorni fa in Corea del Sud. Seguendo l’esempio della Cina, il paese ha deciso di limitare gli ICO e gli scambi non tassati, che fino a quel momento erano un’influenza enormemente speculativa nei mercati di altcoins (criptovalute alternative a Bitcoin).
Tuttavia, nonostante il crescente tasso di adozione e regolamentazione, Bitcoin nel mondo riesce sempre a trovare il suo “Wild West” da qualche parte.
Bahrain vuole essere conosciuto come più che un luogo di ricchezza petrolifera. Il paese si sta muovendo rapidamente verso l’adozione della tecnologia Blockchain, che naturalmente lo porterà in una posizione vantaggiosa anche per Bitcoin. L’Amministratore Delegato del Consiglio per lo Sviluppo Economico del Paese, Khalid Al Rumaihi, sta lavorando con il ministero delle finanze del Bahrein per renderlo anche un riferimento nelle missioni spaziali. Il Bahrein è anche in procinto di proporre una joint venture all’Arabia Saudita e ad altri paesi vicini per stabilire un ecosistema sano per il trading ufficiale nell’area ed altre infrastrutture relative.
La Svezia è all’avanguardia quando si tratta di finanze. Oggi, cinque delle sei maggiori banche del paese non operano più con contanti e la stragrande maggioranza degli svedesi utilizza le loro carte bancarie per tutto. Questo li avvicina al loro obiettivo di diventare la prima nazione senza contanti, e stanno guardando con attenzione a Bitcoin per proseguire in questo percorso. Essi riconoscono che uno dei problemi più importanti di un sistema finanziario digitale rispetto ad uno in contanti è la mancanza di privacy. Bitcoin si adatta a questa necessità e fornisce un’ulteriore misura di anonimato tra le soluzioni alternative ai contanti.
Dopo il tragico aumento dell’inflazione in Venezuela, il valore di un Bolivar, la moneta del paese, è sceso a circa $ 0.00004, al prezzo attuale BTC. Grazie a una scarsità di Bolivar fisico e ad un sistema finanziario impacciato, le persone si trovano a dover consegnare dei secchi di denaro solo per pagare il pranzo. Molti commercianti hanno iniziato ad accettare solo Bitcoin ed altre valute digitali. Anche se potrebbe essere frutto di una necessità spaventosa piuttosto che un adozione volontaria, questa può essere considerata la prima “Bitcoinizzazione” di uno stato sovrano.
Come il Venezuela e la Svezia, l’India è un obiettivo maturo per Bitcoin. Il paese ha attraversato una rapida demonetizzazione l’anno scorso, in gran parte per frenare le operazioni di contraffazione delle proprie banconote da 500 e 1.000 rupie e le frodi bancarie sempre più frequenti, che hanno finanziato altre attività illecite. La scarsità di contanti che ne ha seguito ha visto gli indiani reagire depositando i loro soldi nelle banche, anche se versioni contraffatte delle nuove banconote sono apparse poco dopo. Bitcoin è una soluzione perfetta e sta cominciando a trovare la sua nicchia. Quasi 2.500 nuovi indiani investono ogni giorno in Bitcoin, e sono state stabilite nuove partnership tra i grandi gestori internazionali di criptovalute e piattaforme indiane come Unocoin.
Il Consorzio Fintech di Singapore è un organo dedicato alla costituzione di una rete di criprtovalute con i paesi del Medio Oriente e con l’estero. Per “aprire la strada ad una maggiore interazione tra le start-up in Medio Oriente e quelle in mercati asiatici attraverso Singapore”, il leader di Fintech sta stringendo accordi con luoghi come gli Emirati Arabi Uniti, Abu Dhabi e il Bahrein, per creare un ambiente cooperativo di finanza tecnologica (Fin-tech).
Anche se il Giappone è un potere mondiale importante e difficilmente può essere considerato un mercato emergente, il progresso del paese nelle aree Bitcoin e criptovalute deve essere lodato. Non solo questa piccola e influente nazione ha reso Bitcoin legale, ma ha anche spianato la strada all’innovazione con Blockchain più di qualsiasi altro paese. Al posto dei divieti assoluti, l’Agenzia dei Servizi Finanziari del governo ha invece creato un ambiente rigoroso e giusto per le aziende e per gli individui per scambiare, fare trading e integrare Blockchain nell’economia del Giappone.
Sebbene i paesi con economie forti abbiano finora dimostrato la loro riluttanza a consentire di sconvolgere lo status quo a Blockchain e Bitcoin nel mondo, i paesi più piccoli con meno da perdere e più da guadagnare riconoscono in essi un’opportunità unica. Coloro che capiscono la tecnologia sanno che, con i giusti tempi e con un ambiente favorevole, gli investitori dimostreranno che gli analisti che prevedono il fallimento di questa rivoluzione si saranno sbagliati.
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