Da una scelta formativa totalmente sbagliata alla fondazione di Chinooky, azienda di formazione per coloro i quali vogliano diventare dei traders professionisti di successo. Oggi Gianluca Lambusta racconta a Business da casa la sua storia e la sua sfida contro i falsi formatori.
“Adesso vivo in Italia, a Roma.
Fino a due anni fa abitavo in Svizzera, sono tornato in Italia per motivi familiari. Grazie al trading sono libero di muovermi e posso dedicare un po’ più di tempo anche alla famiglia, alle mie attività…”
“Freddo, determinato, calcolatore, pratico… e molto competitivo”.
“Io, come trader, nasco nel 2009. Una volta finiti gli studi liceali, decisi di iniziare un percorso che poi si è rivelato essere non molto proficuo: quello dell’università.
Ho iniziato l’università a settembre di quell’anno ma già a dicembre iniziai a studiare trading. L’università non mi piaceva, non ne avevo voglia.
Riconosco di essere stato abbastanza sincero con me stesso… capii che quella non era la mia strada.
Nel frattempo, quindi, cominciai a studiare trading grazie a mio padre che ha sempre fatto degli investimenti: trovavo interessante l’argomento. Iniziai quindi ad approfondirlo basandomi principalmente ed unicamente su quello che era allora il trading online.
In quel contesto, però, entrai in contatto con delle realtà che mi hanno danneggiato parecchio. La prima parte del mio processo formativo e professionale è stata molto tortuosa. Ho conosciuto dei formatori sbagliati, avevo un mindset completamente sbagliato, non avevo le giuste prerogative… non avevo le giuste aspettative.
Facendo business da casa è facile pensare che ci sia una miniera d’oro facilmente raggiungibile dietro lo schermo del pc. Ma non è assolutamente così.
Quindi, a causa della formazione sbagliata e del mio approccio, i primi 2 anni e mezzo sono stati colmi di difficoltà. Io mi intestardivo nel voler continuare a guadagnare, ma perdevo e basta.
All’inizio del 2013, però, grazie ad un amico di famiglia, iniziai ad approfondire una nuova metodologia che oggi è il mio modus operandi e, come formatore, è ciò che porto avanti.
Quel tipo di formazione, durante i miei primi anni, è ciò che oggi sto combattendo.
Nel 2013 ho conosciuto il mondo dei volumi, grazie al quale ho raggiunto la mia indipendenza economica e con la quale adesso sostengo il mio stile di vita.
Ci sono tantissimi modi per fare trading. Il mondo dei volumi, e quindi un’analisi prettamente volumetrica, è ciò che ha cominciato a farmi capire come funzionavano davvero i mercati, mettendomi subito nella percezione di essere sempre in difetto nei confronti del mercato. E con questo approccio, per assurdo, ho cominciato a guadagnare.
Gli ultimi 2 anni posso considerarli senza dubbio come i migliori della mia carriera.
Nel 2018 ho fondato Chinooky. Abbiamo iniziato con un business model leggermente differente basandomi sulla mia esperienza formativa. Volevo che anche altre persone potessero evitare di cadere nelle trappole di personaggi che, ad essere sincero, reputo bravi psicologi. È per questo che hanno grande successo: riescono a far leva sulle debolezze che tutti abbiamo.
Siamo quindi partiti con un motore di ricerca per corsi online, dove volevo catalogare tutti i corsi di formazione in Italia. Volevo dar modo agli studenti di acquistarli e recensirli in modo reale e veritiero. Questo primo modello di business purtroppo non è andato. Sono stato sempre coerente con il mio messaggio ma erano sempre i corsi più ‘truffaldini’ quelli recensiti meglio.
Questo ha aperto in me uno spiraglio. Mi sono detto: ma se la formazione è veramente così bassa e le persone valutano in maniera così eccellente dei corsi che non valgono niente, se io davvero mi mettessi a fare formazione… allora sarebbe un gioco da ragazzi. E questo è ciò che ho cominciato a fare dal 2019.
La seconda metà del 2019 è stata l’inizio di una nuova epoca, una nuova versione di Chinooky. Oggi siamo una realtà che pian piano sta crescendo. Abbiamo degli obiettivi molto ambiziosi ma basati sempre sulla concretezza e solidità: io faccio vedere come realmente guadagno”.
“Diciamo che con il trading non è stato affatto un colpo di fulmine. È stata una scelta dettata dal fatto di aver fallito il discorso universitario e di aver avuto mio padre che mi aveva intrigato. Il mio inizio non è stato per nulla facile, anzi è stata una fase negativa: non ho dei bei ricordi a causa di questi personaggi che tuttora sono presenti.
Però, lo spirito competitivo è stato sempre parte di me, sin da piccolo. Questa è stata la mia benzina: il non riuscirci, l’essere raggirato ed il non volermi dare per vinto.
Il trading quindi è stato qualcosa che ho cominciato ad assimilare e che è poi diventato una sfida grazie a quei formatori che mi hanno danneggiato all’inizio”.
“Un insuccesso, in realtà, ti può dettare la strada per il successo. Io dico ai miei ragazzi di ricordare sempre il momento in cui hanno perso i soldi, quando le cose non andavano bene… beh lì non si deve più tornare.
Un momento difficile è stato quando un personaggio, ancora oggi presente, mi ha promesso l’America ma io mi sono ritrovato nel mio quartiere. Diciamo che è stato un periodo della mia vita, e non un episodio, costellato di negatività.
In questi casi cerchi sempre di recuperare, di portare la situazione in equilibrio. Ma io ero troppo squilibrato, avevo una zavorra che non riuscivo a gettare rapidamente in mare. Imbarcavo acqua da ogni parte”.
“Il mio business, il nostro, è incentrato sul condividere un’esperienza, quella del trading. Il mio è un vivere di trading e sto cercando sempre di più di condividere questo.
Ciò che voglio fare capire a chi fa trading ed alle persone che si avvicinano a questo mondo è che fare trading significa stare davanti ai grafici, avere un determinato stile di vita ed una determinata ambizione di vita. Vuol dire potersi permettere di fare investimenti ma allo stesso non millantare di farlo.
C’è sempre questa diatriba. Molti si mostrano con macchine, orologi… però non mostrano uno stralcio di prova di questa vita e di questa capacità di fare soldi.
Se dovessi riassumere quello che è il concetto di Chinooky mi baserei sulle dirette che faccio ogni giorno. Quelle, ad esempio, sono proprio il nocciolo: a mercati aperti, con i miei conti aperti faccio trading, senza aver problemi di mostrare delle perdite o di mostrare dei guadagni… Voglio far capire che il trading è questo.
Gianluca Lambusta è il frontman di questa azienda. Sto facendo crescere diversi studenti e alcuni di questi sono stati capitalizzati da parte di alcune società che in Italia non si conoscono. Esistono delle realtà chiamate Prop house: sono delle società che danno grandi possibilità a traders da casa. Si tratta di società regolamentate. Io lavoro solamente con strumenti regolamentati: è un mio marchio di fabbrica.
Il mio obiettivo è indirizzare i miei ragazzi dal punto di vista lavorativo.
La nostra formazione si incentra unicamente su questo. Ovviamente, se i ragazzi hanno già del capitale a disposizione, allora gestiranno il loro.
Noi insegniamo qualcosa che non è solamente riconosciuto da noi stessi ma anche da terzi che accettano i nostri ragazzi una volta superate le prove. Sto e stiamo cercando di creare una catena che non si basa solamente su 2 anelli, studente-formatore. Il terzo anello deve confermare la forza di quello che sto insegnando, sono queste società.
Il nocciolo di tutto ciò si racchiude nella trasparenza del fare vedere che realmente faccio questo di mestiere. Siamo un’azienda, oltre a me ci sono anche studenti che sono diventati coach. Insomma, le nostre ambizioni non sono quelle di rimanere a fare video in casa, ma di superarci sempre più.
Tutto, ovviamente, parte dal mantra, il perché”.
“Molte persone intraprendono questa strada pensando che basti scopiazzare su YouTube o Google.
Il problema del trading è che sta diventando troppo accessibile, e questa è diventata un’arma letale. In un giorno riesci ad aprirti un conto e fare trading.
L’industria del trading si è armata e plasmata per soddisfare la richiesta… ma una richiesta non cosciente. Tutti vogliono pensare di investire del denaro sui mercati senza aver alcuna formazione. Quindi improvvisano, vanno su YouTube, scopiazzano qualcosa da quelle persone che parlano ma non fanno… e poi pensano di essere in grado.
Abbiamo sentito ragazzi che hanno perso 100-150 mila euro, chi più chi meno, soldi messi da parte o prestati… Molti pensano di saltare la formazione oppure cercano di fare formazione ma da persone sbagliate.
Noi invece siamo qui, dando prove di quello che facciamo.
La formazione è fondamentale, ma solo nel vero senso della parola. Devi poter avere le prove che quel formatore faccia realmente questo di mestiere.
Per me è una sfida e se questi sono i competitors… è molto semplice”.
“Beh, sono diverse. Il trader è un mestiere, ma soprattutto è un personaggio misterioso che ha tante caratteristiche.
Ha tanto dell’imprenditore, dello psicologo, del calcolatore e dello ‘scommettitore’. D’altronde, trading significa commerciare un bene del quale dobbiamo anticiparne il prezzo. Quindi, tu stai scommettendo sul fatto che la tua analisi sia corretta. Ovviamente, poi questa scommessa deve essere incanalata in un sistema di gestione del rischio, di gestione psicologica e manageriale di quelli che saranno i profitti o le eventuali perdite.
Se dovessi elencare 3 caratteristiche fondamentali di un trader direi: saper gestire l’emotività, avere una visione sempre sul lungo periodo e saper veramente calcolare i rischi.
Questo ti permettere di sopravvivere nel primo periodo. Molti vi annegano.
La cosa importante da capire è che il primo periodo è davvero quello cruciale: non bisogna aspettarsi dei guadagni immensi. La cosa da dover preservare è il capitale, non solo finanziario, ma anche e soprattutto psicologico perché è quello che ti annienta, che non ti da la forza di ricominciare e di riprovarci”.
“Il trading in questo periodo non è assolutamente la panacea di tutti i mali. Sicuramente bisogna partire con il giusto presupposto.
Io all’inizio avevo dei presupposti sbagliati ed ho avuto dei risultati pessimi.
Ormai tutti hanno capito, soprattutto in questo periodo, che il mondo online può e deve essere la soluzione in qualsiasi settore. Spero quindi che questo periodo abbia generato curiosità nello studiare qualcosa di diverso.
Recentemente ho fatto una diretta dicendo che durante le fasi di tranquillità noi facciamo i compiti. Le crisi, invece, ci interrogano e dimostrano se veramente abbiamo fatto i compiti a casa. Se siamo stati latitanti nello studio e nell’applicazione dei vari concetti, allora ne paghiamo il conto. E il conto purtroppo si paga col non avere soldi a fine mese, non aver protetto la propria famiglia, il proprio capitale…
Il trading, inoltre, non deve essere l’unica entrata. È un’entrata che permette di averne altre. Bisogna sempre differenziare il rischio: è fondamentale non solo nel trading”.
“Come dicevo, io sono tornato in Italia anche perché ho altre entrate che voglio guardare un po’ più da vicino. Avendo un’attività che mi fa guadagnare molto bene e che mi da una sicurezza importante, posso gestire anche altro. Sicuramente se avessi un’attività che non arriva a fine mese, non avrei nemmeno la testa di poter gestire altre cose.
E questa è anche una sicurezza per i ragazzi che studiano con noi. Gianluca Lambusta non ha bisogno di vendere il corso da 1000 euro per poter arrivare a fine mese.
Io, proprio perché ho attraversato un primo momento di difficoltà, so benissimo che avere un’unica fonte di reddito non ti garantisce la tranquillità per poter rendere meglio, anche sul trading.
Il trading, per come lo facciamo noi, impiega molta psicologia. Avere le spalle coperte da altre entrate fa si che il tuo trading ne giovi.
La sicurezza di avere qualcosa che ti possa permettere di arrivare a fine mese, garantisce un processo formativo più solido. Non bisogna correre, non bisogna cercare scorciatoie.
Io ho attività commerciali, il trading, la scuola e diverse altre entrate…
Consiglio a chi voglia prendere questa strada di cominciare a ragionare in questo modo, perché altrimenti è impossibile raggiungere risultati”.
“Le criptomonete hanno senza dubbio colpito la mia attenzione. Allo stesso tempo, però, mi hanno dato la conferma di quanto purtroppo la gente sia sprovveduta, di quanto la gente si butti a capofitto solo per il sentito dire.
Quando dico di essere un calcolatore, mi riferisco al fatto che i mercati sono lo specchio di investitori che ci operano tutti i giorni. Gli investitori sono delle persone e le persone hanno emozioni.
Bisogna leggere queste emozioni sui grafici. Così fu con le criptovalute, in particolare con il Bitcoin che ha avuto una crescita esponenziale al di fuori di qualsiasi parametro e benchmark. E molti si sono buttati… ma poi è arrivato il crash che fatto male a tantissime persone.
Questa è la conferma che bisogna capire i trend e prevederne un crollo eventuale, ma anche capire la mentalità delle persone.
Quando tutti dicono di comprare, allora è il momento di vendere… La bomba sta per esplodere”.
“Non voglio essere presuntuoso ma non ho avuto un mentore se non quella persona che mi diede la dritta di studiare quel determinato mondo.
Ho poi approfondito i discorsi di un trader, Jim Dalton, una persona molto preparata secondo me. Da lui ho preso alcuni lati di visione del mercato. Me lo suggerì un mio amico che mi conobbe proprio nel momento di mia grande difficoltà.
Per il resto, non c’è nessuno in Italia. Ci sarà un momento in cui il nostro inserimento risulterà vincente, lo stiamo dimostrando e molte persone se ne stanno accorgendo”.
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