La giuria newyorkese riunitasi il 21 novembre scorso (e presieduta dall’Onorevole Edgardo Ramos), ha dichiarato Mark Scott colpevole di riciclaggio di denaro per conto di OneCoin. In più, oltre all’accusa di riciclaggio, l’avvocato sarà giudicato anche per un altro reato commesso, quello di frode bancaria.
Il verdetto è arrivato pochi giorni fa solo dopo tre settimane dall’inizio del processo che potrebbe costare al “povero” Scott fino a cinquant’anni di prigione.
Dopo aver ascoltato la lettura delle sentenza, l’avvocato che si occupa della difesa di Mark Scott ha segnalato che ci sarà un appello.
Ma facciamo un passo indietro per capire meglio come si sarebbero svolti i fatti che hanno portato a questa prima sentenza di colpevolezza.
Secondo l’accusa Mark avrebbe riciclato circa 400 milioni di dollari per conto di Ruja Ignatova, co-fondatrice di OneCoin insieme al fratello Konstantin.
La raccolta di tutto questo denaro è avvenuta grazie all’impiego di una rete di marketing multilivello al fine di reclutare in tutto il mondo tantissimi affiliati e investitori.
Questi “investitori” erano convinti di riuscire ad arricchirsi facilmente.
Come?
Speculando sul valore di questa valuta digitale, che prese forza proprio grazie alla grande visibilità mediatica ottenuta dal Bitcoin (in realtà tra le due criptovalute non c’è nessun collegamento e alcuna correlazione).
Per i suoi servizi di riciclaggio per OneCoin, Mark Scott ha incassato personalmente 50 milioni di dollari.
Utilizzò il denaro per acquistare svariati beni di lusso tra cui uno yacht, diverse auto sportive e alcune case al mare a Cape Cod, nel Massachusetts.
Come riportato dal giornalista Matthew Lee della Inner City Press, secondo il procuratore americano di Manhattan Geoffrey S. Berman, Mark Scott avrebbe utilizzato le sue conoscenze specialistiche (e la sua posizione all’interno dello studio) per costituire fondi di investimento fasulli.
Riciclavano centinaia di milioni di dollari di proventi finanziari raccolti dalle società del gruppo capitanato da Ruja Ignatova e Konstantin Ignatov (OneCoin Ltd e OneLife Network Ltd).
Mark e Ruja Ignatova si sono conosciuti alla fine del 2015.
Dopo solo pochi mesi da quel fortunato incontro, Scott ha iniziato a riciclare i proventi delle attività di OneCoin.
L’avvocato ha quindi camuffato trasferimenti in entrata di circa 400 milioni di dollari nei “Fondi Fenero” come investimenti provenienti da “famiglie europee benestanti”.
In realtà tutto questo denaro era costituito dai guadagni generati dal sistema piramidale OneCoin.
Mark Scott ha distribuito il denaro attraverso vari conti bancari dei “Fondi Fenero” nelle Isole Cayman e nella Repubblica d’Irlanda. Successivamente ha trasferito i fondi a Ruja Ignatova e ad altre entità associate a OneCoin, mascherando i trasferimenti come investimenti in uscita dai Fondi Fenero.
Mark Scott e i principali leader di OneCoin hanno mentito alle banche e ad altri istituti finanziari di tutto il mondo, incluse le banche degli Stati Uniti.
L’obiettivo era indurre tali istituti a effettuare trasferimenti di proventi OneCoin ed eludere le procedure internazionali di anti-riciclaggio.
OneCoin News 2019: Mark Scott è stato arrestato nel 2018 nei pressi di una delle sue case al mare del Massachusetts.
Dopo questa prima sentenza emessa dal giudice Edgardo Ramos, per conoscere l’esito della condanna definitiva, bisognerà attendere il 21 febbraio 2020.
Vi terremo aggiornati riguardo nuove news sul caso OneCoin!
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