Alcuni trader di criptovalute presenteranno una causa contro Coincheck al District Court di Tokyo. Secondo quanto riferito da Reuters, il 13 febbraio, l’accusa sarebbe legata alla decisione da parte dell’exchange di criptovalute giapponese di congelare i prelievi.
L’exchange, con sede in Giappone, avrebbe infatti congelato tutti i prelievi dopo aver perso $530 milioni in NEM in un attacco, il mese scorso.
I trader presentano una causa contro Coincheck
L’avvocato dei querelanti, Hiromu Mochizuki, ha riferito a Reuters che verrá richiesto a Coincheck di consentire ai trader di ritirare le criptovalute in un wallet al di fuori dell’exchange. Inoltre, ha aggiunto che una seconda causa per danni derivanti dall’hack potrebbe essere imminente.
Il 27 gennaio, il giorno dopo l’hacking, Coincheck annunció di avere in programma di rimborsare i propri clienti colpiti dalla perdita di NEM.
Il 2 febbraio, la Financial Services Agency del Giappone (FSA) ha effettuato un’ispezione di Coincheck. Entro il 13 febbraio, infatti, l’exchange doveva presentare una relazione sull’hack e su come cambierá la sua sicurezza per prevenire un evento simile in futuro. Anche tutti gli altri exchange di criptovalute in Giappone devono presentare una relazione sulla gestione dei rischi alla FSA.
Il Giappone è stato uno primi governi ad accettare le criptovalute. Il paese ha riconosciuto Bitcoin come metodo di pagamento legale nell’aprile 2017. Da settembre dello stesso anno, ha attivamente regolamentato il mercato controllando l’emissione di licenze degli exchange di criptovalute. Attualmente, il Giappone rappresenta il piú grande mercato di scambio di Bitcoin.
Nonostante ció, non mancano gli attachi. Nel 2014 circa $480 milioni sono scomparsi dalla ormai scomparso exchange Mt. Gox basato in Giappone. L’hack di Coincheck è, attualmente, il piú grande attacco di criptovalute che abbia avuto luogo dal 2014.