Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa locale, Yonhap, la Corea del Sud vuole imporre delle tasse sugli exchange di criptovalute locali. In particolare, il governo sudcoreano ha annunciato, lunedí 22 gennaio, che imporrá una tassa societaria del 22% e un’imposta sul reddito locale del 2,2%.
Tasse sugli exchange di criptovalute locali
L’annuncio arriva subito dopo la conclusione di un’indagine antiriciclaggio senza precedenti, in sei grandi banche sudcoreane. Queste avrebbero presentato un aumento di 36 volte nelle commissioni dai conti virtuali collegati agli exchange di criptovalute. Nel dettaglio, da 61 milioni di won (57.340 di dollari) nel 2016 a 2.2 miliardi di won (2 milioni di dollari) nel 2017.
Yonhap riferisce che l’exchange sudcoreano Bithumb ha realizzato 317.6 miliardi di won ($295.368.000) l’anno scorso in totale. Quindi, secondo le percentuali di tasse annunciate, si prevede che Bithumb pagherá circa 60 milioni di won in tasse.
Le percentuali fiscali annunciate sono in linea con il regime fiscale della Corea del Sud. In particolare, sono in linea con quelle delle societá che realizzano un reddito annuo di oltre 20 miliardi di won ($18.7 milioni).
Perchè la Corea del Sud vuole imporre delle tasse sulle criptovalute?
Nel febbraio 2017, Bithumb, che è il piú grande exchange a livello globale, con attualmente $2.85 miliardi di volume di scambio giornaliero, è stato attaccato. Sono andati perduti circa $7 milioni, in gran parte di Bitcoin ed Ether.
Questa ed altre violazioni della sicurezza sugli exchange della Corea del Sud, sono stati recentemente collegati agli hacker nordcoreani.
Il governo della Corea del Sud ha recentemente rafforzato l’applicazione della regolamentazione delle criptovalute all’interno del paese. Oltre a ordinare l’indagine finanziaria, il governo sudcoreano ha:
- Vietato l’uso di account virtuali anonimi
- Bloccato l’aperturá di nuovi account virtuali
- Vietato ai minori e agli utenti stranieri di fare trading sugli exchange
I cittadini sudcoreani hanno reagito con una petizione per fermare i recenti regolamenti governativi. Dopo aver raggiunto le 200.000 firme necessarie, attualmente la petizione è in attesa di una risposta ufficiale da parte del governo.